news & events date | 31/03/2017 |
I ricercatori della Fondazione Edmund Mach sono scesi in campo per coadiuvare gli olivicoltori trentini coinvolti nel Progetto di Agraria Riva del Garda – patrocinato dalla Provincia Autonoma di Trento – per definire il ruolo della coltivazione dell’ulivo, in particolare della varietà principe del Garda: la Casaliva, che deve essere non solo protetta, ma studiata meticolosamente, per consentire ulteriori miglioramenti oleari.
Agraria Riva del Garda che scommette sull’innovazione, con una serie d’interventi dalle ricadute positive su tutto il territorio gardesano. Lo ha ribadito il Presidente Giorgio Planchenstainer aprendo i lavori del convegno. “Il nostro mestiere è fare vino e olio, ma siamo convinti, come la storia recente di Agraria insegna, che se non ci si mette in prima fila a coordinare un intero territorio così parcellizzato per fare massa critica e comunque impostare una unica strategia, che va dalla formazione alla commercializzazione, alla frangitura passando da prodotti di alta qualità, non si va da nessuna parte.”
Fare rete, impostare nuove strategie, incentivare l’innovazione. Tutti i ricercatori della Fondazione Mach, dal Presidente Andrea Segrè a Stella Grando, da Fulvio Mattivi a Franco Michelotti ( il tecnico che meglio conosce l’olivocultura trentina) hanno insistito sulle caratteristiche della Casaliva. Che ha caratteri inconfondibili e che la scienza – conoscendoli a livello genetico – può tutelare evitando pure sofisticazioni. Vale a dire impedire che si contrabbandi olio di Casaliva usando varietà di olive molto meno pregiate. A scapito della qualità, dell’affidabilità stessa della produzione, spacciando olio banale a prezzi ingiusti.
Olio extravergine frutto di pratiche colturali, rispettando l’impatto ambientale – tema della relazione di Gino Angeli – con proprietà nutrizionali altrettanto esaltanti – secondo l’altra ricercatrice della Fondazione Mach, Evelyn Soini.
Andrea Segrè, da acuto storico dell’evoluzione del cibo, ha subito richiamato l’attenzione sul valore dell’extravergine di oliva. ‘Bisogna adottare l’etichetta narrante, per difendere la catena produttiva, dare valore al prodotto e giusta remunerazione all’agricoltore.’ Anche perché l’olivo sintetizza il concetto di nuova agricoltura. Che deve essere sostenibile sia a livello economico, ambientale e soprattutto sociale.
Un olio extravergine DOP Garda Trentino che deve essere remunerato adeguatamente proprio perché unico ed inconfondibile.
Un progetto quindi che si propone di trovare le caratteristiche che rendono unica la nostra cultivar Casaliva, come ha sottolineato la ricercatrice Federica Camin, creando una sorta di carta di identità che la caratterizzi, in un mondo dove l’extravergine è distinto solo dal prezzo.
L’olio extravergine d’oliva della Riviera trentina del Garda quindi come ingrediente decisivo per impostare innovative strategie di ricerca agroalimentari. Vale a dire: investire sulla ricerca olearia per coinvolgere i produttori nella sfida a tutela della qualità
Olivocoltori dell’Alto Garda che avvertono l’esigenza di una nuova e più complessa etica della produzione agroalimentare, aggiornando strategie in grado di coniugare economia locale con ecologia globale. Produzione mirata per aumentare il valore anche commerciale, impostando pure innovative strategie di marketing.
Per un consumo che sappia andare oltre le mode, scegliendo produzioni alimentari – l’extravergine di oliva su tutti – garantite dalla ricerca e innovazione, e quindi più vicini all’emozionalità sensoriale, alla sensibilità dei consumatori, spronandoli pure ad essere dei consapevoli ‘consum-attori’.
Franco Michelotti - La mosca delle olive in Trentino: passato e presente.
Gino Angeli - Protocollo di conduzione degli olivi con il minore impatto ambientale.
Federica Camin - Carta di identità isotopica dell'olio extra vergine di oliva del Garda Trentino.
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